06 dicembre 2012

La mia quarta lezione con Luca



La mia quarta lezione con Luca
 di Gabriella Molli
Ho sempre pensato al cappon magro come a un piatto di grande convivialità perché mia madre 
(donna di casa lunigianese trasferita al Canaletto) 
aveva imparato a farlo dalle vicine di casa e lo preparava soltanto due volte all'anno
  in occasione della visita di parenti ed era un cappon magro molto spezzino,
 meno importante di quello genovese. D’importante c’erano i gamberi che decoravano i lati della composizione in verticale, ricca di colorate verdure. C’era qualche volta il mosciame. 
Ma erano i muscoli con le valve a dare quel tono estetico che tanto mi piaceva.


Un tuffo al cuore quando lo chef Luca Palmero Scatena ha impostato la sua quarta lezione sul tema
”Cappon magro a modo mio”.
poiché la sua rivisitazione era pensata su gusti staccati e armonie degli elementi compositivi, 
ecco che la prima variante al suo cappon magro è stata una maionese delicata
 al profumo di finocchietto fresco, a sostituire la canonica salsa verde di concetto genovese.
  Altro elemento forte di variazione il pesce: orata, paranza, gallinella, triglia.
E la scelta di sole tre verdure portanti: patate, broccolo, carote.
Con un decoro finale di carciofo a lamelle (saltato in padella). 


Il tutto con le note aromatiche di olio all'aglio, alternato a extravergine della Val di Magra.
Importante la cottura delle verdure portanti (tutte separate) in un infuso a bollore
 di menta, alloro, finocchio, salvia, timo, maggiorana. 


In successione: patate, carote, broccoletto. Cottura media per agevolare la croccantezza. 
Cottura separata in padella dei pesci tutti sfilettati, con una nota di vino e di pepe. 
Cottura al salto in padella del carciofo a lamelle. 
Ancora una variante di straordinario appeal gastronomico: le canoniche gallette 
sono state sostituite con grosse fette di pane integrale cotto a legna,
 tostate in forno a 230° ricoperte di rosmarino e gamberi 
(questi ultimi rilasceranno umori di mare molto delicati). 
Un filo di olio all'aglio e di olio extravergine, fior di sale e pepe.
 Apertura dei muscoli secondo tradizione con tanto pepe come fosse un’impepata. 
Sbarbatura solo a cottura avvenuta.  Un tocco di vino.


A questo punto Luca ha cominciato a costruire il cappon magro su un grande vassoio ovale 
(la forma è stata determinante per il tono estetico della composizione). 
Primo strato di pane e fiocchi di maionese e alternativamente: 
 broccoli, orata spezzettata, carote. 
Una nota sulle patate: appena cotte vanno condite con olio all'aglio ed extravergine. 
E sulle carote: vanno impreziosite con un aceto al miele (prodotto in Lunigiana). 
La composizione prosegue: carote, uno strato di pane condito, maionese,
 paranza con gallinella e triglie, patate. 
Sempre, a ogni strato, ha raccomandato Luca, maionese distribuita a fiocchi. 
Tutto attorno si completa la composizione con i gamberi e valve di muscoli.
 Sopra, un fiore di carciofi saltati e un ciuffetto di menta. 



Un applauso ha siglato questo “Cappon magro a modo mio” 
di Luca Palmero Scatena.    

Luca Palmero Scatena




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