07 agosto 2012

La farinata e la sua leggenda



La farinata (in dialetto fainà) è una sorta di focaccia i cui ingredienti sono essenzialmente la farina di ceci, l’acqua, l’olio ed il sale; viene cotta nel forno a legna, (in grandi teglie di rame stagnato che possono raggiungere anche un diametro di 150cm.) perché necessita di grande calore e servita “a taglio”, spezzata subito dal coltello quando è ancora bollente.


Se volete provare a farla in casa, l’ideale sarebbe un forno a legna all'aperto con fascine di legna e stecchi secchi ed una buona esperienza per raggiungere la giusta temperatura; comunque anche nel forno di casa caldissimo, i risultati sono soddisfacenti (La Ricetta > La Farinata)

Quando  viene sfornata si presenta come un disco dorato che ricorda la luna piena, coperto da una crosticina rugosa giallo ambra, con i bordi croccanti, l’interno morbido e di piacevole compattezza, si alterna alla consistenza abbrustolita degli orli. Il profumo è invitante, si mescolano le fragranze dell’olio con i ceci, dominanti anche nel gusto e l’aroma pungente del pepe nero, macinato al momento, se piace. 

In Liguria la farina di ceci più rinomata è quella proveniente dai mulini di Busalla, sopra Genova;
è proposta in molte varianti: alla cipolla, ai carciofi, ai fiori di zucca, con i gianchetti (bianchetti: novellame di acciughe) abbinata allo stracchino o al gorgonzola dolce ed anche in mezzo alla focaccia.


La Pia - La Spezia

La leggenda

Si dice che la nascita della farinata risalga al tempo degli antichi Romani (scribilitia) cui accennano gli antichi editti comunali che regolavano rapporti e compensi dovuti dai clienti che si recavano ai forni pubblici, ma una leggenda narra che sarebbe nata, come spesso succede, per caso, su una nave genovese intorno al 1284: dopo aver sconfitto i Pisani nella battaglia della Meloria, la flotta genovese fu colpita da una tempesta che fece rovesciare l’olio ed i sacchi di farina di ceci, che si bagnarono con l’acqua. I parsimoniosi genovesi non vollero ovviamente buttare quell'impasto dorato e lo misero ad asciugare al sole, steso come una focaccia e lo poi lo cucinarono.
Il risultato fu così apprezzato da tutti, che tornati a casa la ricetta fu perfezionata e si diffuse velocemente.

Zena Zuena - Genova





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