18 novembre 2012

Signori, a Tellaro la castagna è servita in piazza



Signori, a Tellaro la castagna è servita in piazza
 di Gabriella Molli

Le donne dell’U.S. Tellaro amano le castagne, la loro dolce farina e la convivialità.
 Lo hanno dimostrato in una merendata in piazza con questi sapori d’autunno sabato 17 novembre,
 giornata di accoglienza dei turisti con piccoli banchi dedicati all'artigianato locale,
 ai sapori delle verdure dell’orto a km zero, all'olio di Tellaro, già un tempo vanto del borgo,
 oggi riconquistato alla produzione DOP e biologica da Agritur. 
Un tempo splendido ha accompagnato tutta la bella giornata in cui le donne
 dell’U.S. Tellaro hanno avuto vicino alcuni uomini per preparare il fuoco delle caldarroste
 oppure per  friggere le bombette di farina dolce.


 Una “dolce” condivisione di compiti perfettamente riuscita, 
anche grazie all'arte culinaria che sembra essere una qualità del DNA dei tellaresi. 


Polpo docet. Le torte di farina dolce, come è da tradizione antica,
 sono state fatte su ricette di casa, ognuna diversa dall'altra
Persino nel colore o nella presenza di ingredienti aggiuntivi ai canonici uvetta e pinoli. 
Come è accaduto per una profumazione con scorza di arancia.
 Una vera delizia di torta.


Caldarroste morbide nel classico cartoccetto di carta paglia: per tutti il ricordo dell’infanzia,
 la gioia del togliere la buccia e di accompagnare alla bocca le castagne 
appena tostate e ancora calde.
 Un momento di grandi sensazioni.





 E poi le bombettine di farina dolce accompagnate da ricotta: 
l’artefice dei deliziosi sgonfiottini è Giorgio del Miramare.
Non ha svelato la ricetta, ma friggeva con la grazia di un raffinato gourmet 
come preparasse un dessert per la principessa. 



Sue anche le olive sotto sale: olive della Rocchetta, teneva a raccontare.
 Vale a dire olive dei “monti”, così a Tellaro chiamano i loro siti sul monte Carpione. 
E qui ha raccontato la sua ricetta. “Stendo le olive in una teglia e le cospargo di sale.
 Tutto lì. Ogni giorno tolgo l’acqua amara che emettono e spolvero ancora con un po’ di sale.
 Così ogni giorno, fino a quando si sono raggrinzite perché il sale le cuoce. 
Poi le metto in una arbanella aggiungendo fettine di limone e arancia per aromatizzarle”.
 Una delizia. Quanto sale? "Quanto basta", ha risposto sorridendo. 
E’ la regola antica, la misura empirica. 
Quella che le donne hanno sempre usato, forti del loro felice intuito.  








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