12 dicembre 2012

Quando l'unione fa la forza ....buona, pulita e giusta.



Quando l'unione fa la forza ....buona, pulita e giusta.

Questa mattina al Chiostro degli Olivetani ho partecipato con  molti altri soci Slow Food alla presentazione del  progetto di recupero e valorizzazione dell'oliveto dell’antica villa romana, nei terreni demaniali all'interno dell’Area Archeologica del Varignano Vecchio. La giornata era di una bellezza particolare, il sole limpido e l’aria frizzante ci hanno regalato immagini indimenticabili.  


Erano presenti   i rappresentanti delle istituzioni ma anche i veri fautori di questo progetto nato anni fa: Paola Roberta Zara Faggioniassessore del Comune di PortovenereLucia Gervasini – archeologa responsabile aree Luni e Varignano – Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria, Cristina Bartolini    - Direzione Regionale, Francesca Cecchini – agronoma CIA La Spezia – curatrice dello studio sul recupero dell'oliveto della villa romana del Varignano Vecchio,  il Presidente di Slow Food Liguria Valter Bordo, Silvano Zaccone – Presidente della Condotta Slow Food Golfo dei Poeti – Cinque Terre – Val di Vara – Riviera spezzina  e Matteo Bertola (chef del ristorante Ripa del Sole di Riomaggiore) che dopo aver partecipato al bando di conferimento dell'area agricola in fitto , ne ha assunto da poco tempo la gestione con l'intento di arrivare ad un graduale recupero degli spazi destinati alla coltivazione degli olivi (purtroppo  abbandonati da molti anni),  per la produzione di olio extravergine di oliva  ed ha quindi coraggiosamente  iniziato il percorso di olivicoltore.


La villa romana , risalente al primo secolo dopo Cristo, è situata a ridosso della base militare del Varignano affacciata sul mare, tra la zona del santuario delle Grazie  e, a nordest, del forte militare omonimo.  Al momento della costruzione la villa , con annessa fattoria agricola , era situata direttamente sul mare



Qui ancoravano i battelli per caricare l'olio destinato al commercio
 (come testimoniano ancor oggi gli antichi approdi in parte visibili all'interno dell'area archeologica) e produceva olio di oliva che veniva  commercializzato .  Il quartiere padronale - pars urbana - e la zona produttiva - pars fructuaria - sono separate da una corte che fungeva a luogo delle lavorazioni del torcularium (frantoio  per olio),  erano presenti due torchi per la spremitura e una cella olearia a cielo aperto. 

L'impianto per la lavorazione dell'olio  rimase attivo fino al I secolo d.C. , successivamente fu costruito  un impianto termale  privato con locali riscaldati e vasche per i bagni freddi e a tal  scopo fu realizzata una cisterna voltata, considerata pressoché unica  nel suo genere rispetto ad analoghi edifici romani dell'Italia settentrionale e in Europa. Sono visibili i resti dell'area destinata a frantoio unitamente alla grande cisterna d'acqua al servizio della fattoria e della villa sapientemente recuperata . 


Dalla collaborazione fra Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria e  Condotta  Slow Food Golfo dei Poeti – Cinque Terre – Val di Vara – Riviera spezzina ,  è nata l'idea di favorire il recupero del grande oliveto che sta all'interno dell'area  con la creazione nel tempo di alcuni spazi didattici per le scuole e gli adulti.


Al termine della visita all’interno dell’area archeologica, Matteo e la moglie ci hanno  deliziato con una  degustazione del primissimo olio novello dell'oliveto del Varignano Vecchio, (Oleum Optimum, non ancora in commercio)  accompagnata da diversi stuzzichini e prelibatezze  alle olive














Matteo Bertola con il suo OLEUM  OPTIMUM


I luoghi:
Le Grazie di Portovenere
Monastero Olivetano delle Grazie - Chiostro degli Olivetani
Area archeologica della Villa Romana del Varignano Vecchio





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