Per la produzione dello sciroppo si usano solo i petali delle rose di tre qualità: la Gallica, la Muscosa, maggiormente utilizzata (detta anche Chapeau de Napoléon) e la Rugosa, anche se si sono aggiunte altre varietà per migliorare la fragranza del prodotto. Le rose da sciroppo, adatte anche alla preparazione di confetture, conserve, zucchero rosato e ad essere candite, sono state sempre presenti negli orti, nei giardini, nei conventi genovesi, questi ultimi i maggiori fornitori dei confettieri locali.
Questo post contribuisce al Calendario del Cibo Italiano- Italian Food Calendar AIFB, che festeggia il 22 maggio la GIORNATA NAZIONALE DELLO SCIROPPO DI ROSE e che ha come ambasciatrici Giulietta Bodrito e Ilaria Talimani
Questo post contribuisce al Calendario del Cibo Italiano- Italian Food Calendar AIFB, che festeggia il 22 maggio la GIORNATA NAZIONALE DELLO SCIROPPO DI ROSE e che ha come ambasciatrici Giulietta Bodrito e Ilaria Talimani
Ingredienti
300 g di petali di rosa a scelta tra le varietà:
Gallica, Rugosa o Muscosa (detta anche Chapeau de Napoléon)
1 litro di acqua
1 kg di zucchero di canna biologico
1 limone non trattato
Procedimento per la
preparazione
I fiori devono essere rigorosamente esenti da trattamenti chimici. Pulire i petali da eventuali impurità, polvere o foglioline e metterli in infusione per 24 ore in acqua bollente.
Colare il liquido (strizzare bene i petali), filtrare l’infuso e pesarlo: per ogni litro di prodotto aggiungere 1 kg di zucchero.
Rimettere tutto sul fuoco e portare ad ebollizione velocemente.
Aggiungere, se piace, la buccia di un limone non trattato ben lavata e senza la parte bianca amara.
Lasciare bollire per circa 15 minuti circa.
Imbottigliare lo sciroppo di rose a caldo per una migliore conservazione del prodotto.
Far raffreddare le bottiglie coperte da un telo.
Potrebbe cambiare colore e profumo; conservare al riparo da luce e calore e dopo l’apertura in frigorifero.
Di colore e profumo intenso, lo sciroppo di rose è legato alle cose di una volta, ai raffinati piaceri del passato, quando veniva bevuto allungato con acqua fresca d'estate per rinfrescare, o caldo d'inverno per lenire le bronchiti; può inoltre sostituire lo zucchero in tè e tisane ed essere utilizzato sui dolci, il gelato, lo yogurt.
Nel genovesato, nel 2000 è nata l'Associazione Le rose della Valle Scrivia composta da aziende agricole e singoli produttori, assoggettati a un disciplinare per la coltivazione delle rose e per la produzione di sciroppi e altri derivati e finalizzata al recupero della produzione delle antiche cultivar Rugosa e Muscosa dell’Alta Valle Scrivia (entroterra di Genova).
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Sciroppo di rose della Valle Scrivia Presidio Slow Food (foto Associazione Rose Valle Scrivia) |
Lo sciroppo di rose della Valle Scrivia è un Presidio Slow Food. Per secoli le favorevoli condizioni ambientali della valle hanno permesso la diffusione di queste varietà, collegata alla produzione di preparati utilizzati anche per le loro proprietà officinali.
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Sciroppo di rose Romanengo (foto Romanengo) |
Nel suo sito, la ditta Pietro Romanengo propone anche una
ricetta per un cocktail fresco: il Pink Prosecco. “Basta versare un cucchiaio di sciroppo di rosa Romanengo e mixare con
un buon Prosecco, decorando i flûte con petali appena colti”.
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